domenica 26 luglio 2009

Comunicare Mediterraneo

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Stefano Petrucci organizzatore di RING evento del 2008 tenutosi a Lecce.

Le nuove tecnologie.

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Carlo Massarini fu uno dei tanti relatori che parteciparono all'edizione del 2008 di RING che si tenne a Lecce. L'evento fu caratterizzato dall’ambizioso obiettivo di ospitare la “firma” di importanti protocolli d’intesa tra Istituzioni, Imprese e Università che avviarono importanti progetti per lo sviluppo dei Paesi che si affacciano sul Mediterraneo e non solo.
L’evento guardava al Mediterraneo quale centro nevralgico pulsante di relazioni che potevano essere messe in equilibrio attraverso un’innovativa gestione dei rapporti fra mondo produttivo, mondo politico, mondo economico, alla ricerca di un nuovo modello di sviluppo.
All’interno dell’arena, RING ospitò un'area tematica dedicata al Marketing ed alla Comunicazione, intese quali imporanti leve strategiche nell’era della globalizzazione, sotto l'ottica dell'innovazione e trasformazione. Si confrontarono lead thinkers ed esperti della comunicazione, del business, della cultura in un’arena ricca di contenuti e di iniziative. Peccato che dopo l'edizione del 2007 e dell'anno scorso, quest'anno non si sia replicato.

sabato 18 luglio 2009

Forum Economico Finanziario per il Mediterraneo

Si terrà a Milano il 20 e 21 luglio il Forum Economico Finanziario per il Mediterraneo, promosso e organizzato congiuntamente dalla Camera di Commercio di Milano, dal Ministero degli Affari Esteri e dalla Regione Lombardia.
Obiettivo principale del Forum è la progressiva integrazione dell’area economica euro-mediterranea. Esso aspira a diventare un evento annuale significativo, che si inquadra nel contesto istituzionale e politico della ”Unione per il Mediterraneo”.
Il Forum riunirà i più autorevoli esponenti governativi e i leader dei sistemi economici e produttivi dei Paesi dell’Unione per il Mediterraneo, per l’elaborazione di politiche e azioni di sostegno alle PMI, con particolare riferimento ai settori chiave dell’energia e delle infrastrutture.
I lavori del Forum di Milano si terranno nelle sedi di Palazzo Mezzanotte, Palazzo Turati e Palazzo Giureconsulti. La partecipazione è gratuita con iscrizione obbligatoria
Partecipano al “Forum Economico e Finanziario per il Mediterraneo” autorevoli esponenti governativi e diversi leader dei sistemi economici e produttivi dei Paesi dell’Unione per il Mediterraneo.
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Il programma
mattinata del 20 Luglio
Sessione di apertura alla presenza del Presidente del Consiglio dei Ministri On. Silvio Berlusconi, nonché di altri Capi di Stato e di Governo dei Paesi dell’UpM, di rappresentanti della Commissione Europea e delle principali Organizzazioni finanziarie internazionali.
pomeriggio del 20 luglio e mattinata del 21 luglio
Panel relativi a tematiche e a settori di importanza strategica per il rafforzamento dell’integrazione economica nel Mediterraneo, quali le reti delle infrastrutture, l’energia e il sostegno alle PMI. Nel pomeriggio del 21 Luglio è prevista una Tavola rotonda dedicata al tema “Mediterraneo: l’opportunità di uno sviluppo condiviso”, presieduta dal Ministro dell’Economia e delle Finanze, On. Giulio Tremonti.
Sessione conclusiva presieduta dal Ministro degli Affari Esteri On. Franco Frattini.

domenica 12 luglio 2009

Cooperazione e comunicazione per un nuovo equilibrio mediterraneo

di Boris Biancheri Presidente ISPI, Istituto per gli Studi di Politica Internazionale, Milano
Il Mediterraneo ha costituito e costituisce tuttora un'area dove la comunicazione è insufficiente sia all'interno dell'area, sia da quest'area verso l'esterno. Gli eventi del Mediterraneo sono immediatamente noti se si tratta di catastrofi, terremoti, atti di guerriglia o di terrorismo, ma la realtà quotidiana, quello che avviene giornalmente nell'ambito della politica di ciascuno dei Paesi rivieraschi del Mediterraneo, nell'ambito dell'economia, della cronaca quotidiana, della cultura, dello sport, nell'ambito di tutto ciò che rappresenta la vita quotidiana dei suoi abitanti rimane sconosciuto. È insufficiente anche la conoscenza all'interno dell'area mediterranea. Spesso constatiamo che in parte le difficoltà del dialogo vengono dalla difficoltà di trovare un interlocutore che risponda. L'interlocuzione con la sponda Sud e la sponda orientale del Mediterraneo non è facile anche per un difetto di comunicazione al proprio interno. L'agenzia ANSA ha cercato di sopperire a questa mancanza comunicativa con la costituzione di Ansamed, un notiziario in italiano, inglese e arabo e del nuovo portale web, il cui obiettivo non è solo quello di portare notizie italiane nel Mediterraneo, ma di portare, in modo unitario, selettivo ma comprensivo, tutto ciò che ha rilevanza nella vita politica, economica e culturale dell'area mediterranea all'attenzione sia dei Paesi del Mediterraneo stesso, sia dei grandi media internazionali. Per far questo non bastano le forze dell'ANSA, ma occorre la collaborazione di tutte le forze e le agenzie che operano nei singoli Paesi del Mediterraneo: solo attraverso questo assemblaggio si può produrre un prodotto che veramente attiri anche l'attenzione dei grandi media internazionali. Esiste poi un interrogativo rilevante: cosa definisce in fondo il Mediterraneo? Non è un'unità etnica, non è un'unità linguistica, religiosa, politica, storica; è certo un'unità geografica, ma che cos'è, in realtà, che fa il Mediterraneo? Sentiamo che c'è qualcosa di comune, ma di che cosa si tratta? Ognuno dà le proprie risposte. Ritengo che se una somiglianza esiste, occorre andare a cercarla non in alto, nella stratosfera politica, ma in basso, nella vita quotidiana, ad esempio nel caffè. Non nel caffè prodotto, ma nello ¿spazio del caffè¿, ossia il luogo dove si entra, ci si incontra, ci si siede a un tavolo, ci si introduce, si vive insieme, si discute, si litiga, poi si fa pace e poi entrano dei nuovi interlocutori. Quello dei Paesi del Mediterraneo è sempre uguale ed è diversissimo dal bar americano, dal pub inglese, dalla pasticceria viennese o tedesca; è il caffè del Mediterraneo. Se si dovesse immaginare un simbolo della vita mediterranea, lo cercherei nel caffè del Mediterraneo. Che sia a Smirne, che sia a Rabat, che sia a Palermo, che sia a Marsiglia, che sia a Milano, c'è qualche cosa nel caffè del Mediterraneo che ci unisce e mi auguro che questa unione rimanga.

martedì 7 luglio 2009

Made in Med, i valori del mare nostrum

Un interessante articolo di Luca M. Visconti, direttore didattico del Master in marketing e comunicazione della Bocconi
Più di un ventennio fa, molti teorici della globalizzazione prevedevano l’ineluttabile convergenza di stili di consumo, standard tecnologici e sistemi di offerta in un nucleo comune a livello planetario. Alcune marche sono state persino assunte come metafora della paventata globalizzazione, parlando di Disneyficazione o McDonaldizzazione dell’economia di mercato. C’è sicuramente un fondo di verità. Chi di noi, oggi, non usa proprio i ristoranti di McDonald’s come porto franco quando viaggia da un capo all’altro del globo? E chi, comunque, non li trova a ogni pie’ sospinto? La globalizzazione, tuttavia, ha portato con sé un’altrettanto accesa rinascita (rivincita?) dei localismi. Assieme a sapori, suoni, intrattenimenti globali riscopriamo il piacere per stimolazioni di mercato che affondano le radici in tradizioni uniche, in ricordi nostri o immaginati, in eccezioni alla regola dell’omologazione. Si tratta del contraltare della globalizzazione, rappresentato dalla tutela del ‘country of origin’ e del ‘made in’. Gli studi in materia sono molti ed eterogenei. Spesso la provenienza di un prodotto (in termini di design, produzione e/o assemblaggio) è considerata come una delle caratteristiche estrinseche di un bene, al pari del prezzo, della marca o del packaging. In tal caso, con riguardo ai processi di acquisto sembra provato che il peso del fattore ‘made in’ aumenti per i consumatori più giovani, più istruiti e ricchi, o ispirati da motivazioni patriottiche ed etnocentriche. Per altri, invece, il ‘country of origin’ non sarebbe uno dei tanti attributi considerati in fase di decisione d’acquisto, ma un elemento che darebbe un significato diverso a tutti gli attributi valutati. Giocherebbe quindi un ruolo trasversale, modificando le percezioni di prezzo, prodotto o distribuzione alla luce della provenienza certificata di un bene, soprattutto quando questi attributi non sono chiaramente comunicati al consumatore. Tradizionalmente, però, l’attenzione è stata rivolta alla base nazionale del ‘made in’, sia quando questo supporta l’immagine di prodotto (si pensi al made in Italy) sia quando invece ne costituisce un tratto critico (l’opposto caso del made in China).
Più recentemente, si sta affermando la possibilità di usare aree sovranazionali, come quella mediterranea, per attribuire al prodotto o alla marca particolari valenze. Il Mediterraneo può certamente essere letto in termini geografici, e dunque come collettivo di paesi che condividono lo stesso mare nostrum. Ad esempio, l’agenzia stampa Ansamed ha creato un network di 17 partner per offrire notizie aggiornate sui paesi mediterranei. Numerose iniziative di marketing territoriale hanno come obiettivo la crescita equa e bilanciata del bacino mediterraneo: si pensi all’Imed, Istituto per il Mediterraneo. E ancora, un’azienda come L’Occitane ha costruito la propria immagine di marca sulla localizzazione mediterranea, e provenzale in particolare, dei propri prodotti. Il ‘made in Med’, comunque, non si esaurirebbe nell’identificare una precisa provenienza territoriale del prodotto. In alcuni casi, infatti, il Mediterraneo è impiegato come metafora di un sistema di valori, dunque di un ‘way of thinking’, costruito attorno alla celebrazione della lentezza, della connettività, del rispetto per il pluralismo di vedute. Solo in questa prospettiva si può apprezzare la strategia di una marca come Camper, che invita i suoi clienti a “camminare, non a correre” o, ancor più sorprendentemente, a “non comprare il prodotto se non ne hanno davvero bisogno”. Le marche si fanno portatrici d’ideologie, e il Mediterraneo offre un portato di pensiero e tradizione unico, storicamente ricco e ancora oggi di grande (post)modernità. In sintesi, i prodotti made in Med certificano non solo un’autenticità territoriale ma anche un’autenticità ideologica che trascende i confini geografici e diventa un “localismo globalmente fruibile”.

domenica 5 luglio 2009

Dal mondo dell'agroalimentare

Il Marketing Mediterraneo nel mondo alimentare, certamente più di altri affine e attento alla categoria della mediterraneità e dei suoi valori, inizia ad affacciarsi.
Grazie alla diffusione del web, ai suoi sviluppi ed utilizzi sociali che hanno reso le persone più informate, più consapevoli, più critiche, dotate per la prima volta del potere forte di condividere opinioni, scelte, giudizi e in sintesi orientare anche pesantemente consumi e successi o insuccessi di merci e prodotti (Fabris parla di un consumatore che si è trasformato in consum-ATTORE, consum-AUTORE, addirittura in consumato-RE)!
Oggi ci sono i gruppi d’acquisto online, c’è Eataly, il cibo buono pulito e giusto di Slow Food occupa le copertine di GDO Week, tutte le insegne distributive dedicano risorse ingenti a sviluppare progetti Km0 o filiere corte produttore-consumatore…
Tutti segnali, forse amplificati da questa crisi generalizzata dei consumi, che indicano l’affermazione e il consolidamento tra le persone e nelle comunità di molti dei concetti fondanti e distintivi del marketing mediterraneo:
STOP iper consumismo
STOP sovreccitazione dei sensi
SI’ apprendere dal consumatore
SI’ SLOW
SI’ Tempo rallentato
SI’ Misura
SI’ Ricerca bene comune
SI’ Consumo come agire sociale
SI’ Tradizione
SI’ Localismo
SI’ Autenticità
SI’ Genius loci.
Insomma, sembra quasi che la società si sia di colpo “mediterraneizzata” e mi pare che i tempi siano finalmente maturi perché il marketing mediterraneo possa e debba affermarsi, diventando prassi, soprattutto a partire dal mondo alimentare.
Tutti noi, produttori, distributori ed operatori del mondo del cibo siamo quindi chiamati a re-inventarci, ri-creando prodotti, pack, modelli distributivi, strategie e tattiche promo-commerciali, strumenti di marketing e comunicazione finalmente originali, ma, soprattutto studiati partendo dalle voci e dalle indicazioni delle persone che saremo stati in grado di ascoltare.
L’applicazione del marketing mediterraneo contribuisce non solo a fare vendere di più, ma anche a fare vivere meglio.
Non è utopia!

Marketing Mediterraneo. Una prospettiva latina per il marketing postmoderno