Il Mediterraneo diventerà un’area di libero scambio tra le più grandi del mondo. Il Mezzogiorno diventerà baricentro del Mediterraneo e piattaforma proiettata sul mare. E' l'occasione per ripensare al nostro stile di vita, sistemi di valore, capacità di comunicare e creare nuove economie.
domenica 10 aprile 2011
Dall'occhio alla lingua.
Foto di LuciDO55555
Tratto da Morace
L’identità e lo status delle persone è stato fino ad oggi espresso attraverso un paesaggio di oggetti e prodotti ancorati all’esperienza visiva, ad una sorta di economia dell’occhio. Oggi emerge invece, dalle persone e dal mercato una richiesta estetica di seduzione e di eccitazione, il cui esempio incarnato è possibile rintracciare proprio nell’esperienza mediterranea che non è mai solo visiva, ma
sempre anche immersiva e polisensoriale: gusto, olfatto, suoni e colori del Mediterraneo. Alla centralità della moda oggi si sostituisce la rilevanza del gusto. Nell’economia dell’occhio l’area dell’alimentazione rimaneva ai margini: niente più che una gradevole occupazione per sopravvivere nel mondo dell’immagine. Anzi proprio la cucina e la gastronomia – con l’affermazione della nouvelle cuisine – diventava l’ultima estrema espressione di una economia dell’occhio che metteva tra parentesi proprio i sapori, lasciando spazio alle mode alimentari, tutte visive e cromatiche. Oggi invece sanciamo nuovamente il trionfo della lingua e del palato. Di una capacità personale e culturale di coltivare il gusto, di selezionarne le sfumature come nella degustazione del vino. Di riconoscerne gli addentellati profondi: la regione di provenienza, gli ingredienti d.o.c., i processi di produzione, i riti della preparazione, le regole del piacere condiviso nel consumo.
Questo può essere definito il modello della lingua, che nel mondo mediterraneo ha un ruolo centrale.
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