Leggi il post ascoltando buona musica: Brian Eno - By This River (clicca qui ed apri in altra scheda)
Gino De Dominicis è stato un eccentrico e straordinario artista. In perfetta solitudine e con coraggio ha sostenuto, contro il sistema dell'arte, che l'artista è al centro di tutto e di tutti. In un mondo in cui vi è un abuso delle immagini, quelle di Gino bisogna andare a cercarle, ed una volta trovate non solo non ti deluderanno, ma ti restituiranno ancora più di ciò che ti saresti aspettato. Questa mattina ho rivisto alcune delle sue meravigliose e geniali opere. Tra queste "Mozzarella in carrozza" (presentata all’Attico nella collettiva del ’70 e destinata a suscitare scandalo). Quest'opera formalizza il concetto delle "parole che si materializzano". Era anche la dimostrazione che la mozzarella rimaneva tale pur dimorando nel lussuoso contenitore. De Dominicis ironizzava sugli epigoni di Marcel Duchamp che ancora oggi credono che il contenitore, galleria o museo, abbia la capacità di trasformare in opera d’arte qualunque oggetto lì esposto. Con la sua opera, l'artista mette a nudo questo meccanismo preconcetto dimostrandone l’inefficacia. Credo che la stessa riflessione si possa fare per il packaging dei prodotti agroalimentari. La quinta p del marketing mix riveste sempre più maggiore importanza anche rispetto al prodotto stesso. Infatti un contenitore bello ed accattivante riesce a convincere il consumatore che altrettanto lo sarà anche il contenuto: il più delle volte ciò non corrisponde al vero. Infatti un buon prodotto rimane buono anche se è avvolto in un foglio di giornale, al contrario un cattivo prodotto rimane tale anche se avvolto nella pergamena.
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