Per marketing politico si intende l'attività di comunicazione svolta consapevolmente dai soggetti che competono nel campo politico per raggiungere i propri obiettivi strategici e, in generale, per accrescere la propria influenza. L'estensione del consenso, misurato attraverso il voto o i sondaggi di opinione, rappresenta il principale obiettivo di questa attività, che ha quindi un'intima natura persuasiva. "L'ascesa dei consulenti politici" in Italia vede per ora in prima fila i sondaggisti, i pollster, piuttosto che gli strategist o i media trainer. I comunicatori, pubblicitari in testa, sembrano fuori gioco proprio per la par condicio che impedisce, di fatto, l'uso degli spot televisivi. Il processo tuttavia sembra definitivamente avviato: l'intera cultura e soprattutto la prassi politica è chiamata a fare i conti con la cultura del marketing. La competizione si sposta quindi anche al campo consulenziale. Scegliere un consulente significherà, sempre più, per un candidato o un dirigente politico, compiere una prima scelta di indirizzo professionale e culturale. Come avviene già da molti anni nel mondo delle aziende. Ma, proprio quando emerge lo stretto rapporto tra il campo della politica e quello della consulenza, è bene ribadire la necessità di distinguere ruoli, responsabilità, competenze. L'idea che tutto dipenda dalla comunicazione o, peggio ancora, dagli spin doctor, non solo non aiuta, ma complica le cose. La necessità di sviluppare una comunicazione efficace è reale e urgente, e richiede specializzazione e professionalizzazione. Ma la specializzazione, il riconoscimento delle diverse competenze, implica prima di tutto delimitazione degli ambiti e rispetto dei confini: un buon sondaggista non è detto che sia un buon stratega della comunicazione, come un buon comunicatore non è necessariamente in grado di impostare e realizzare survey o focus group. Così un bravo giornalista non è necessariamente un bravo comunicatore, a volte, nemmeno un buon capo ufficio stampa. Ma, soprattutto, bisogna saper riconoscere l'ambito specifico del politico, esaltare il suo ruolo di detentore della responsabilità di scegliere, senza sostituirsi a lui ma senza cedere nei suoi confronti e rinunciare alla critica.Se la qualità del politico è scarsa, se la proposta politica è debole, non sarà certo il packaging a modificarla potrà al massimo contribuire ad abbellirla per un po', ma imbroglio e imbrogliati sono grandezze legate da un rapporto inversamente proporzionale.
Alimentare la credenza che tutto dipenda dalla comunicazione o dalla campagna elettorale è una riduzione di complessità che non aiuta a comprendere come ragiona l'elettore. La politica ha bisogno di comunicazione professionalizzata ma, in primo luogo, ha bisogno di considerare realisticamente i possibili effetti della comunicazione che sono importanti ma non tali da sostituirsi alla politica stessa.
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