Leggi il post ed ascolta buona musica: Roger Water The tide is turning (clicca qui ed apri altra scheda)
Rivamar è una delle prime aziende di pesce surgelato ad applicare il social media marketing. La strategia è vendere il prodotto creando contenuti.
Complimenti a quest'azienda che ha dimostrato un’ ottima qualità di contenuti ma soprattuto di project management.
Il Mediterraneo diventerà un’area di libero scambio tra le più grandi del mondo. Il Mezzogiorno diventerà baricentro del Mediterraneo e piattaforma proiettata sul mare. E' l'occasione per ripensare al nostro stile di vita, sistemi di valore, capacità di comunicare e creare nuove economie.
sabato 27 agosto 2011
sabato 20 agosto 2011
La quinta p del marketing mix
Leggi il post ascoltando buona musica: Brian Eno - By This River (clicca qui ed apri in altra scheda)
Gino De Dominicis è stato un eccentrico e straordinario artista. In perfetta solitudine e con coraggio ha sostenuto, contro il sistema dell'arte, che l'artista è al centro di tutto e di tutti. In un mondo in cui vi è un abuso delle immagini, quelle di Gino bisogna andare a cercarle, ed una volta trovate non solo non ti deluderanno, ma ti restituiranno ancora più di ciò che ti saresti aspettato. Questa mattina ho rivisto alcune delle sue meravigliose e geniali opere. Tra queste "Mozzarella in carrozza" (presentata all’Attico nella collettiva del ’70 e destinata a suscitare scandalo). Quest'opera formalizza il concetto delle "parole che si materializzano". Era anche la dimostrazione che la mozzarella rimaneva tale pur dimorando nel lussuoso contenitore. De Dominicis ironizzava sugli epigoni di Marcel Duchamp che ancora oggi credono che il contenitore, galleria o museo, abbia la capacità di trasformare in opera d’arte qualunque oggetto lì esposto. Con la sua opera, l'artista mette a nudo questo meccanismo preconcetto dimostrandone l’inefficacia. Credo che la stessa riflessione si possa fare per il packaging dei prodotti agroalimentari. La quinta p del marketing mix riveste sempre più maggiore importanza anche rispetto al prodotto stesso. Infatti un contenitore bello ed accattivante riesce a convincere il consumatore che altrettanto lo sarà anche il contenuto: il più delle volte ciò non corrisponde al vero. Infatti un buon prodotto rimane buono anche se è avvolto in un foglio di giornale, al contrario un cattivo prodotto rimane tale anche se avvolto nella pergamena.
Gino De Dominicis è stato un eccentrico e straordinario artista. In perfetta solitudine e con coraggio ha sostenuto, contro il sistema dell'arte, che l'artista è al centro di tutto e di tutti. In un mondo in cui vi è un abuso delle immagini, quelle di Gino bisogna andare a cercarle, ed una volta trovate non solo non ti deluderanno, ma ti restituiranno ancora più di ciò che ti saresti aspettato. Questa mattina ho rivisto alcune delle sue meravigliose e geniali opere. Tra queste "Mozzarella in carrozza" (presentata all’Attico nella collettiva del ’70 e destinata a suscitare scandalo). Quest'opera formalizza il concetto delle "parole che si materializzano". Era anche la dimostrazione che la mozzarella rimaneva tale pur dimorando nel lussuoso contenitore. De Dominicis ironizzava sugli epigoni di Marcel Duchamp che ancora oggi credono che il contenitore, galleria o museo, abbia la capacità di trasformare in opera d’arte qualunque oggetto lì esposto. Con la sua opera, l'artista mette a nudo questo meccanismo preconcetto dimostrandone l’inefficacia. Credo che la stessa riflessione si possa fare per il packaging dei prodotti agroalimentari. La quinta p del marketing mix riveste sempre più maggiore importanza anche rispetto al prodotto stesso. Infatti un contenitore bello ed accattivante riesce a convincere il consumatore che altrettanto lo sarà anche il contenuto: il più delle volte ciò non corrisponde al vero. Infatti un buon prodotto rimane buono anche se è avvolto in un foglio di giornale, al contrario un cattivo prodotto rimane tale anche se avvolto nella pergamena.
lunedì 15 agosto 2011
Il turismo enogastronomico
Leggendo il post ascolta buona musica: Coldplay Every Teardrop Is A Waterfall (clicca ed apri in altra scheda)
Il turismo è diventato una forma di apprendimento, di giudizio, di appropriarsi di ciò che s'incontra strada facendo. Da questo punto di vista l'enogastronomia diventa una risorsa per il territorio in quanto svolge funzione di comunicazione della storia e delle tradizioni, generando identità.
I prodotti tipici, la cucina sono capaci di attrarre il turista che vuole incontrare l'identità degli altri per farla propria. In un mondo dove McDonald ed i fast food imperano, si fa strada sempre più la necessità di acquisire la tipicità di un determinato territorio. Da qui la necessità di gestire il territorio con strategie di marketing che diano la possibilità all'offerta turistica di essere programmata, pianificata e gestita in modo integrato e professionale con le altre attività.
Il turismo è diventato una forma di apprendimento, di giudizio, di appropriarsi di ciò che s'incontra strada facendo. Da questo punto di vista l'enogastronomia diventa una risorsa per il territorio in quanto svolge funzione di comunicazione della storia e delle tradizioni, generando identità.
I prodotti tipici, la cucina sono capaci di attrarre il turista che vuole incontrare l'identità degli altri per farla propria. In un mondo dove McDonald ed i fast food imperano, si fa strada sempre più la necessità di acquisire la tipicità di un determinato territorio. Da qui la necessità di gestire il territorio con strategie di marketing che diano la possibilità all'offerta turistica di essere programmata, pianificata e gestita in modo integrato e professionale con le altre attività.
domenica 7 agosto 2011
CreaMed della regione Abruzzo.
"L'Abruzzo è la porta naturale per i Balcani e può rappresentare un esempio dentro il sistema Italia per rafforzare il processo virtuoso che abbiamo intrapreso con l'area mediterranea in una logica di Poli di innovazione e contratti di rete". Quello della vocazione naturale della nostra regione è uno dei passaggi dell'intervento del vice presidente della Giunta e assessore allo Sviluppo economico, Alfredo Castiglione, al seminario sul tema "Reti di impresa e Poli di innovazione" svoltosi all'hotel Serena Majestic di Montesilvano. Nella circostanza, il gruppo di lavoro della Regione ha presentato il progetto CreaMed, finalizzato alla promozione della creatività e dell'innovazione nell'area del Mediterraneo come elementi chiave per lo sviluppo sostenibile regionale. "Creatività significa capacità delle piccole imprese di sviluppare la propria attività a partire da un'idea innovativa, dalla creazione di aderenze culturali con il territorio e di legami solidi con i consumatori. In molte zone del Mediterraneo il tessuto economico è composto prevalentemente da imprese di piccole e medie dimensioni, spesso a conduzione familiare. Nel proporsi sul mercato al fianco della grande industria, la loro unica possibilità di sopravvivenza è quella di differenziare la propria offerta e la propria strategia commerciale. Il "marketing mediterraneo" è diverso da quello tradizionale e si basa su un prodotto di qualità che racchiude al suo interno una storia, cioè un valore aggiunto che nasce dal legame con il territorio. Castiglione ha poi spiegato che la Regione ha sempre avuto una spiccata sensibilità verso la sinergia mediterranea per creare le condizioni affinché le realtà abruzzesi possano agganciare il treno della competitività nell'ambito della globalizzazione dei mercati. In chiusura del suo intervento, il vice presidente ha fatto riferimento al significativo espediente linguistico delle tre T che hanno chiamato in aiuto le tre S, del sociologo americano Richard Florida. "La T di talento ha bisogno della S di scuola per crescere, la T di tolleranza per misurarsi con la realtà quotidiana non può fare a meno della S di solidarietà, infine la T di tecnologia ha abbandonato la deriva tecnocratica e ha incontrato la S di società per aumentare in modo esponenziale la sua efficacia".
domenica 12 giugno 2011
Promozione dei prodotti agroalimentari
Il territorio è lo strumento più efficace per promuovere i prodotti agricoli ed agroalimentari. La globalizzazione impone un più stretto legame con il territorio. Agisce come strumento di differenziazione rispetto alla standardizzazione indotta dalla competizione globale.
L'immagine del mondo agricolo rappresenta uno strumento potentissimo per pubblicizzare i prodotti agroalimentari. Nei libri di marketing, ancora oggi, come caso di studio si fa riferimento alla Barilla, che nel 1975 lanciò i prodotti del Mulino Bianco.
La gamma di prodotti da forno di qualità furono associati all’immagine della tradizione italiana contadina, al recupero delle tradizioni e valori tipici del mondo rurale, senso della famiglia, genuinità delle materie prime.
Bisogna saper vendere l’immagine del territorio in cui pratichiamo la nostra attività agricola ed in cui trasformiamo i nostri peodotti.
Sicuramente i prodotti di qualità come olio, vino, formaggi sono sempre più associati al territorio da cui hanno origine.
Tutto ciò vale anche per i prodotti di nicchia, disponibili in piccole quantità e realizzati da pochi produttori ed in luoghi pricolari.
Occorre puntare molto sulla comunicazione: le nicchie di oggi sono i comparti saturi di domani.
L'immagine del mondo agricolo rappresenta uno strumento potentissimo per pubblicizzare i prodotti agroalimentari. Nei libri di marketing, ancora oggi, come caso di studio si fa riferimento alla Barilla, che nel 1975 lanciò i prodotti del Mulino Bianco.
La gamma di prodotti da forno di qualità furono associati all’immagine della tradizione italiana contadina, al recupero delle tradizioni e valori tipici del mondo rurale, senso della famiglia, genuinità delle materie prime.
Bisogna saper vendere l’immagine del territorio in cui pratichiamo la nostra attività agricola ed in cui trasformiamo i nostri peodotti.
Sicuramente i prodotti di qualità come olio, vino, formaggi sono sempre più associati al territorio da cui hanno origine.
Tutto ciò vale anche per i prodotti di nicchia, disponibili in piccole quantità e realizzati da pochi produttori ed in luoghi pricolari.
Occorre puntare molto sulla comunicazione: le nicchie di oggi sono i comparti saturi di domani.
domenica 5 giugno 2011
De Andrè ed il marketing post-moderno
Seguo con interesse i blog che parlano di marketing, e naturalmente con maggior interesse quelli di marketing mediterraneo. Tra i pochi blog che trattano di questo particolare ed interessante argomento, vi è quello de "Il Riccio" che spesso offre interessanti spunti di riflessione. Favorevolmente mi ha colpito questo post dal titolo "Uomo dell'anno, che v'invito a leggere perchè è ben fatto.
"Seguivo la commemorazione del grande Fabrizio quando il regista Olmi sottolineò quale fosse, in vero la caratteristica più importante del cantautore sardogenovese: l’autenticità As nau nudda... Lì mi son commosso. Parlare di de Andrè e marketing è contradditorio, laicamente blasfemo. Ma non col marketing attuale, che ci stimola a comprendere l’immateriale, la narrazione la poesia. E lì FABER ci avrebbe potuto dare una grossa mano. Egli non ha mai fatto marketing: le sue canzoni sono noiose, TRISTISSIME, piene di parole e di CONCETTI che solo i più colti sanno cogliere. Ma sono bellissime. Ha sempre seguito il proprio istinto, non certo la soddisfazione del consumatore. Le canzoni, bellissime lo sono state grazie alla lentezza, alla gradualità con la quale se ne apprezzano i DETTAGLI, le sfumature, le perle. Questa lentezza la rende musica classica, perché dei classici sono divenute: tra cent’anni si ascolteranno ancora. L’autenticità è lenta, lenta. L’autenticità è la caratteristica che oggi rappresenta, a parer diffuso, il più importante valore aggiunto, e che costituisce la principale DIFFERENZA tra un prodotto vero ed un altro simile. Essa, l’autenticità, è valore solo immateriale che, secondo il principale teorico dell’argomento, BERNARD COVA, è l’elemento intorno al quale si creano le comunità. Nasce il tribalismo che, come più volte ribadito, non si riferisce alle tribù ancestrali ma a quei gruppi di appassionati di un “prodotto” che lo usano, poi parlano del prodotto stesso, lo adattano, lo modificano, ne producono di nuovi. Eccola, la co-creazione, che si sviluppa anche per prodotti concreti e non solo coi social network. Chi non ha mai ricantato a suo modo le canzoni di FdA? Non tutti, naturale. Una tribù è di nicchia, è esclusiva. Ex-clusiva, che chiude fuori, che non ammette chi non condivide le sue regole. E Faber, come ogni buon Anarchico, le sue regole le aveva. Eccolo il marketing che mi piace, che mi appassiona. Crea prodotti che poi gli altri adattano ai loro bisogni, desideri, capricci. Ai diversi momenti d’uso, oppure a seconda della compagnia con cui si sta. Condividere il prodotto, non esserne proprietario ma solo utilizzatore, goditore. Far appassionare ad un prodotto, anche semplice ma mai banale. Quel marketing che genera prodotti che provocano reazioni, CONVERSAZIONI, che non vengono presi in maniera passiva, inculcati, ma, attivamente, utilizzati come spunti creativi per crearne di nuovi di unici."
"Seguivo la commemorazione del grande Fabrizio quando il regista Olmi sottolineò quale fosse, in vero la caratteristica più importante del cantautore sardogenovese: l’autenticità As nau nudda... Lì mi son commosso. Parlare di de Andrè e marketing è contradditorio, laicamente blasfemo. Ma non col marketing attuale, che ci stimola a comprendere l’immateriale, la narrazione la poesia. E lì FABER ci avrebbe potuto dare una grossa mano. Egli non ha mai fatto marketing: le sue canzoni sono noiose, TRISTISSIME, piene di parole e di CONCETTI che solo i più colti sanno cogliere. Ma sono bellissime. Ha sempre seguito il proprio istinto, non certo la soddisfazione del consumatore. Le canzoni, bellissime lo sono state grazie alla lentezza, alla gradualità con la quale se ne apprezzano i DETTAGLI, le sfumature, le perle. Questa lentezza la rende musica classica, perché dei classici sono divenute: tra cent’anni si ascolteranno ancora. L’autenticità è lenta, lenta. L’autenticità è la caratteristica che oggi rappresenta, a parer diffuso, il più importante valore aggiunto, e che costituisce la principale DIFFERENZA tra un prodotto vero ed un altro simile. Essa, l’autenticità, è valore solo immateriale che, secondo il principale teorico dell’argomento, BERNARD COVA, è l’elemento intorno al quale si creano le comunità. Nasce il tribalismo che, come più volte ribadito, non si riferisce alle tribù ancestrali ma a quei gruppi di appassionati di un “prodotto” che lo usano, poi parlano del prodotto stesso, lo adattano, lo modificano, ne producono di nuovi. Eccola, la co-creazione, che si sviluppa anche per prodotti concreti e non solo coi social network. Chi non ha mai ricantato a suo modo le canzoni di FdA? Non tutti, naturale. Una tribù è di nicchia, è esclusiva. Ex-clusiva, che chiude fuori, che non ammette chi non condivide le sue regole. E Faber, come ogni buon Anarchico, le sue regole le aveva. Eccolo il marketing che mi piace, che mi appassiona. Crea prodotti che poi gli altri adattano ai loro bisogni, desideri, capricci. Ai diversi momenti d’uso, oppure a seconda della compagnia con cui si sta. Condividere il prodotto, non esserne proprietario ma solo utilizzatore, goditore. Far appassionare ad un prodotto, anche semplice ma mai banale. Quel marketing che genera prodotti che provocano reazioni, CONVERSAZIONI, che non vengono presi in maniera passiva, inculcati, ma, attivamente, utilizzati come spunti creativi per crearne di nuovi di unici."
sabato 28 maggio 2011
Il marketing sensoriale.
L’individuo postmoderno avverte una crescente necessità di interagire con il mondo che lo circonda, di poter scegliere ed orientarsi basandosi sulle proprie sensazioni, di essere stimolato attivamente, diventando spettatore e protagonista al tempo stesso.
●l’esperienza costituisce una dimensione sempre più importante su cui le imprese possono puntare per creare valore;
●i sensi interagiscono continuamente l’uno con l’altro ed è la risultante del loro reciproco comporsi che consente una percezione e una valutazione completa ed olistica del prodotto e della marca.
Quindi molte marche adottano strategie di marketing sensoriale per differenziare la propria offerta. La Perugina ha deciso di applicare una strategia di marketing sensoriale, con Nero, il primo brand che copre l'intera gamma del cioccolato fondente, proponendosi al consumatore appunto attraverso un "rito sensoriale", con lo scopo di favorire una "completa" degustazione del prodotto.
Le "Sfoglie” sono gradevoli da guardare per la loro raffinatezza (vista) e da toccare al momento dell’apertura della confezione (tatto); piacevoli da spezzare perché producono il classico “snap” (udito); buoni da annusare, in quanto la gamma a
disposizione prevede arancio e altri aromi (olfatto); infine, la sottigliezza favorisce una migliore degustazione (gusto).
martedì 24 maggio 2011
L’evento locale è “evento mediterraneo”.
Gli eventi folkloristici, tipici e tradizionali, come le sagre di paese, sono strumenti di marketing per la valorizzazione dei territori. Gli eventi rappresentano un bisogno originato dalla stessa comunità per celebrare momenti o caratteristiche del proprio modo di intendere la vita o la storia. Inoltre è interpretabile come relazione umana e comunicazione sociale. Sono emerse due diverse impostazioni di marketing, quella nordamericana e quella europea (o “mediterranea”), alle quali si ricollegano due diverse logiche di gestione degli eventi. Il concetto di iperrealtà vuole richiamare ciò che si situa al di là della realtà, più artificiali che autentiche. La prospettiva mediterranea esalta la storia, la cultura, le tradizioni, gli usi ed i costumi dei luoghi, nonché le sue specificità e tipicità. Gli “eventi mediterranei” tendono a valorizzare i sistemi locali mentre gli eventi “deterritorializzabili” (Olimpiadi, concerti)tendono a creare dei “non-luoghi”.
domenica 1 maggio 2011
Guerrilla gardening.
Il nome appare un pò aggressivo, ma il Guerrilla gardening non ha nulla a che vedere con la violenza. Fare guerrilla gardening significa realizzare piccoli atti verdi, ovvero far rivivere spazi abbandonati attraverso le piante e i fiori. Possiamo farla rientrare nella categoria del marketing politico non convenzionale.
Come funziona? È molto semplice: nella nostra città c'è uno spazio abbandonato e triste, senza neanche una pianta o un fiore? Allora è il momento di trasformarsi in un guerrilla gardener e portare un pò di allegria in potenziali giardini per il momento disadorni. Basta passare in zona e, con noncuranza, gettare qualche semino: solo noi sapremo che proprio lì presto nascerà un fiore o solo un pò di erbetta nuova. Questa è la versione "fai-da-te" del guerrilla gardening, ma esistono veri e proprio gruppi di "guerriglieri" dell'ambiente.
A questi gruppi, che portano un pò di colore in aiuole spente, alcune ditte e fioristi regalano le materie prime per entrare in azione: bulbi, semi, terriccio, piante, strumenti di lavoro. I gruppi di guerrilla gardeners si organizzano soprattutto su Internet ed entrano in azione a sorpresa.
Se si vuole far parte di questi gruppi, basta contattare una delle organizzazioni italiane. Se invece si vuole fare da soli, esistono tante tecniche per agire; una di queste è molto divertente e si chiama la bomba di semi, un insieme di terriccio, semi, fertilizzante e acqua avvolti nella carta di un giornale e pronto per essere lanciata sull'obiettivo, un campo abbandonato o un'aiuola che non viene sfruttata.
Ma la cosa importante dopo l'attacco verde è di tornare ad innaffiare regolarmente i semi piantati (o bombardati!), per far crescere in salute le nostre piantine.
Ovviamente il guerrilla gardening è riservato a zone in disuso e non si possono toccare le proprietà private.
domenica 10 aprile 2011
Votare è un....dovere.
“Se volessimo creare scandalo per comparire sui media, avrei tolto questo asciugamano. Ma in politica non tutto vale“, commenta al termine del finto porno la rivale di Montilla. Non ha tutti i torti.
Votare è un piacere.
Questo video è stato lo spot pubblicitario di Montilla, candidato alla presidenza catalana, nello scorso novembre. Ha creato molte polemiche sia all'interno della Spagna che nello stesso partito socialista. La risposta dell'avversaria Montserrat Nebrera non si è fatta attendere.
Dall'occhio alla lingua.
Foto di LuciDO55555
Tratto da Morace
L’identità e lo status delle persone è stato fino ad oggi espresso attraverso un paesaggio di oggetti e prodotti ancorati all’esperienza visiva, ad una sorta di economia dell’occhio. Oggi emerge invece, dalle persone e dal mercato una richiesta estetica di seduzione e di eccitazione, il cui esempio incarnato è possibile rintracciare proprio nell’esperienza mediterranea che non è mai solo visiva, ma
sempre anche immersiva e polisensoriale: gusto, olfatto, suoni e colori del Mediterraneo. Alla centralità della moda oggi si sostituisce la rilevanza del gusto. Nell’economia dell’occhio l’area dell’alimentazione rimaneva ai margini: niente più che una gradevole occupazione per sopravvivere nel mondo dell’immagine. Anzi proprio la cucina e la gastronomia – con l’affermazione della nouvelle cuisine – diventava l’ultima estrema espressione di una economia dell’occhio che metteva tra parentesi proprio i sapori, lasciando spazio alle mode alimentari, tutte visive e cromatiche. Oggi invece sanciamo nuovamente il trionfo della lingua e del palato. Di una capacità personale e culturale di coltivare il gusto, di selezionarne le sfumature come nella degustazione del vino. Di riconoscerne gli addentellati profondi: la regione di provenienza, gli ingredienti d.o.c., i processi di produzione, i riti della preparazione, le regole del piacere condiviso nel consumo.
Questo può essere definito il modello della lingua, che nel mondo mediterraneo ha un ruolo centrale.
domenica 20 marzo 2011
Marketing tribale.
Legame, comunità, autenticità come valori del Marketing Mediterraneo.
Mantenere il legame fra i consumatori aiutandoli a condividere le loro passioni, creare valore di legame con le marche e i prodotti e soddisfare il loro bisogno di autenticità. Tutto ciò prestando attenzione ai gesti quotidiani e ai piccoli dettagli, creando relazioni e celebrando riti e pratiche intorno ai brand. Da quando nel 2003 uscì la prima edizione di Marketing tribale, il marketing ha visto grandi e cospicue evoluzioni, e tutte nel senso indicato allora pionieristicamente da Cova. Adesso i dettami del marketing tribale e mediterraneo sono quelli che animano e dirigono il marketing mondiale. Un successo, insomma, che si ripropone aggiornato con approfondimenti e riflessioni su nuovi casi e nuove tendenze. I casi: Loggionisti, Flash Mob, Notte prima degli esami, myNutella The Community, Eataly, Alfisti Lab, Ducati, Warhammer, World of Warcfraft, CouchSurfing, Geocaching. Le nuove tendenze: le tribù imprenditrici, i working consumers, le counter brand e le alter brand communities, la potenza narrativa della marca, le 5 dimensioni dell'autenticità percepita.
sabato 22 gennaio 2011
giovedì 6 gennaio 2011
Le nuove frontiere dei consumi.
Libro a cura di Paola Rebughini e Roberta Sassatelli.
Attività ideologicamente definita come privata, il consumo è oggi uno scottante terreno di confronto fra identità culturali e politiche diverse. È nata una galassia complessa e articolata di discorsi e movimenti sociali che promuove una nuova visione del consumo, alternativa a quella “consumistica” degli anni del
boom post-bellico, e critica verso gli assiomi dell’economia politica liberale che ha accompagnato lo sviluppo capitalistico occidentale. Le nuove frontiere del consumo esprimono spesso il tentativo di ripensare e rifondare il nesso sociale a partire dallo stile di vita quotidiano.
Questo volume raccoglie gli interventi di sociologi, economisti, politologi e giuristi che si sono a lungo confrontati con le valenze politiche ed etiche dei modelli di consumo dominanti. Da angolazioni diverse, essi offrono una lettura attenta ma disincantata dei nuovi, alternativi modi di intendere il consumo. Il “consumo critico” viene innanzitutto inquadrato sullo sfondo di grandi questioni teoriche come la post-democrazia e la globalizzazione, l’emergenza ambientale, il ruolo dello stato nella regolazione dei consumi, il rapporto tra crescita economica e qualità della vita, il rapporto tra Nord e Sud del mondo. Vengono poi messi sotto la lente d’ingrandimento i protagonisti delle pratiche di consumo alternativo in Italia, considerando le loro culture politiche, le loro mappe di significato, l’intrecciarsi di consumi critici e consumi culturali, il ruolo dei nuovi canali comunicativi, i fermenti alternativi di aggregazione sociale e le vecchie e
nuove forme della distribuzione.
sabato 1 gennaio 2011
Mediterraneo: ritratto di una generazione.
foto di riopel2dalì
“Ritratto d’una generazione” ha inaugurato un ampio ciclo di inchieste sui giovani mediterranei che Babelmed e i suoi media partner hanno pubblicato nel corso del 2010. L'obiettivo era comprendere meglio i giovani di 11 Paesi: Algeria, Egitto, Francia, Italia, Libano, Malta, Marocco, Palestina, Spagna, Tunisia e Turchia.
La prima tappa ha fatto incontrare giovani libanesi, tunisini e italiani per scoprire le loro realtà. Condizioni a volte diverse, contrastanti, talvolta così vicine.
Sono seguiti altri tre cicli d’inchieste dedicati alle seguenti tematiche:
«I giovani davanti al proprio futuro. Immigrazione: una nuova “guerra”?»
Questa inchiesta affronterà le diverse realtà migratorie nel Mediterraneo. Saranno approfonditi il coinvolgimento delle donne nelle migrazioni (legali e clandestine) e le politiche attuate dai rispettivi Paesi e dall’Unione europea;
«I giovani davanti al proprio futuro. Aver vent’anni tra le macerie»
Questo tema sarà l’occasione per conoscere la gioventù di tre Paesi – Algeria, Libano e Palestina – che hanno recentemente conosciuto la guerra o situazioni di conflitto particolarmente violente. Quali vissuti, quali percezioni delle guerra e della pace portano dentro di sé?
«Diversità e metissage culturale nel contesto urbano»
Dare visibilità alle espressioni artistiche e alle creazioni legate alle migrazioni. Tracciare una mappa delle realtà culturali delle grandi città mediterranee, valorizzando la ricchezza apportata dai migranti.
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