domenica 4 aprile 2010

Oggi, produrre e creare sono la stessa cosa.


La filosofa Judith Revel, nel suo libro "La potenza creativa della politica, la potenza politica della creazione", in modo estremamente chiaro pone, tra gli altri, il problema del rapporto tra creazione, produzione e riproduzione. Il terreno comune va trovato, per l’autrice, nella sperimentazione, intendendo sia l’arte che la politica come campi di sperimentazione. Se, storicamente, questi tre campi vengono definiti come eterogenei, bisogna registrare il superamento di tale separatezza tra creazione artistica, produzione economica e generazione e nello stesso tempo assumere la consapevolezza che, quando parliamo di riproduzione, stiamo parlando non solo della mera sfera biologica, ma di creazione dell'essere. Tenendo presente che nulla accade fuori dalla storia, Revel individua tale mutazione nel passaggio da un’economia dei beni materiali ad un’economia cognitiva, dove “cognitivo” identifica per l’appunto la nuova natura del lavoro, delle fonti di valorizzazione. Difatti “non si tratta di affermare che l’arte è stata definitivamente assorbita dal mercato e svuotata delle sue specificità. Bisogna, invece, capire che, oggi, produrre e creare sono la stessa cosa” (p. 49). Di questo il marketing deve tenerne conto.

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