sabato 30 marzo 2013

Il Marketing dei sensi.



Il Marketing Dei Sensi: 5 sensi per vendere e comprare.
Immagini, Odori, suoni, materiali, sapori studiati per raggiungere il pubblico obiettivo e per indurlo a determinate azioni. Questo e non solo è il marketing dei sensi, un approccio sempre più diffuso nei diversi settori del mercato, dove spuntano sale d’attesa pervase da profumi, reparti dei supermercati in cui si respirano odori irresistibili, negozi che sembrano set cinematografici, brani composti per osannare un prodotto. Con il senso etico che quest’argomento merita, è stato scritto un libro che si fa leggere rapidamente e resta vivo in ogni lettore. Oggi il consumatore è protagonista delle sue azioni e questo testo contribuisce a  renderlo consapevole e informato.
Il Marketing Dei sensi è un’opera che non può mancare nel background di chi agisce sul mercato, è il mezzo per fare un viaggio stimolante attraverso i sensi, per scoprire e superare i nuovi orizzonti del marketing sensoriale e della comunicazione emozionale. Vista, udito, tatto, gusto, olfatto sono i canali per conoscere la realtà, per comunicare al 100% e per vivere da consumatori consapevoli.
Nel libro sono trattate le tecniche più evolute per conquistare il mercato, tutti i segreti delle vendite e delle marche vincenti. Il testo affronta anche temi discussi e delicati come la comunicazione subliminale, lasciando ampio spazio all’etica e al buon senso.
Scritto per tutti quelli che vogliono esplorare il marketing sensoriale e la comunicazione emozionale, per i professionisti e per chi vuole avere il ruolo di consumatore attivo. Un testo chiaro, sempre stimolante e ricco di esempi concreti. Diverso dal solito saggio o manuale di marketing per la sua vivacità e per la capacità di condurvi al centro dei temi trattati, con linguaggio diretto e di facile lettura. Un libro per manager, comunicatori, responsabili commerciali, imprenditori, venditori, commercianti, studenti e per tutti i consumatori.
Il Marketing dei Sensi è un progetto aperto, realizzato da 3 esperti del settore che hanno voluto condividere le loro esperienze sul marketing dei sensi. L’idea è quella di creare una community sul tema, per continuare ad arricchire le conoscenze di quanti lo desiderano.

sabato 9 marzo 2013

Strategia di marketing.


In termini operativi il marketing mediterraneo si traduce in strategie e tattiche meno aggressive nei confronti del consumatore, volte ad accompagnarlo nel processo di scambio piuttosto che a bombardarlo in maniera massiccia e personalizzata. Comporta il superamento di una visione individualistica ed isolata del consumatore per aprire le porte ad una lettura del consumo all’interno di un reticolo dinamico di relazioni. Si tratta, in sostanza, di moderare quegli eccessi cui troppo spesso è giunto il marketing management tradizionalmente inteso, restituendo all’individuo-consumatore la libertà di non essere continuamente oggetto di ricerche, previsioni, controllo da parte dell’impresa. Tutto questo in nome del raggiungimento lineare e militare degli obiettivi, dell’ assoluta convinzione nel controllo del mercato e della spasmodica ricerca della personalizzazione ad ogni costo. La strategia da seguire secondo questo nuovo approccio non è tanto stabilire un legame personale con il cliente (marketing one-to-one), quanto mantenere il legame fra i clienti stessi aiutandoli a condividere le loro passioni, creare un valore di legame nel marchio o nel prodotto, fare leva sul bisogno di autenticità dei consumatori, puntare sull'attenzione ai gesti quotidiani e ai dettagli, celebrare riti intorno al prodotto.

sabato 19 gennaio 2013

Riscopriamo il valore della lentezza.



Uno dei valori mediterranei su cui maggiormente è concentrata l’attenzione è quello della lentezza.  Il sociologo Franco Cassano intitola “andare lenti” il primo capitolo del  suo libro "Pensiero meridiano". Un elogio alla lentezza. Non per creare un movimento antagonista alla velocità tipica della modernità, ma per evidenziare i limiti della sola velocità, afferma che l'evoluzione nasce dalla possibilità di utilizzare una moltitudine di tempi: “La velocità è una grande conquista, ma solo se accetta di rimanere uno soltanto dei lati del mondo. Essa può aiutare gli uomini solo se imparerà a coesistere con altri tempi e altri ritmi” (Cassano, 2001, pag. 155).

Cassano (2001, pag. 154) continua osservando come “l’uomo della velocità,  l’homo currens, guadagna sicuramente alcune facoltà, ma ne perde altre, prima fra tutte l’attenzione per l’altro […],quella  passione, quella cura o quella tenerezza che vengono da non  avere solo scopi, ma anche sentimenti, dal non avere solo concorrenti, ma anche amici, legami, interdizioni o impicci”.
Il pensiero meridiano riscopre inoltre il valore del tempo contemplativo, del tempo in cui non si fa niente e che, tuttavia, non viene considerato vuoto o senza significato. Tradizionalmente questo tempo è stato considerato un privilegio, ma la modernità lo ha fatto sparire dalla vita delle persone.
Questa scomparsa può essere attribuita, secondo Manzini (2001), sia alla saturazione del tempo (ossia la tendenza a riempire ogni momento della vita con qualcosa da fare) che all’accellerazione (ossia la tendenza a fare tutto sempre più in fretta per avere la possibilità di poter fare di più).
Manzini inoltre ipotizza una relazione tra la scomparsa di questo tempo e la proliferazione dei beni rimedio, ossia di prodotti o servizi che cercano di rendere accettabili contesti di vita fortemente deteriorati.
“Compriamo e consumiamo una crescente quantità di prodotti e di servizi per ‘riempire il tempo’, per eliminare il senso di vuoto lasciato dalla nostra incapacità di contemplare o, semplicemente, di fare qualcosa ad un passo un po’ più lento” (Manzini, 2001).

Recuperare la lentezza può favorire la contemporanea presenza di temporalità diverse (veloci e lente) e quindi rendere possibile per gli individui la scelta tra questi diversi contesti. Come osserva Firat (2005) se è forse solo una piccola elite di trend-setter quella che si orienterà verso la sola lentezza, la maggior parte delle persone troveranno piacere ad immergersi in differenti modi di vita e di consumo pur non scegliendo mai uno solo di questi.

mercoledì 7 novembre 2012

Da target a tribù.

Leggi il post ed ascolta della buona musica: Simon & Garfunkel - The Boxer (clicca qui)
Sono passati parecchi mesi dall'ultimo post pubblicato su questo blog. Non sono mancati gli argomenti, purtroppo è venuta meno la salute. Adesso si riprende cercando di recuperare il tempo passato. Nel passaggio da marketing a societing cambia il ruolo del consumatore. Tale cambiamento modifica anche l'uso dei termini: scompare il termine target e si utilizza il termine tribù. Il target indica l’obbiettivo da colpire, è il consumatore al quale è indirizzata la campagna pubblicitaria di un prodotto.
Nel societing il consumatore non è più un semplice compratore ed utilizzatore di un prodotto, ma collabora con l'azienda. Si passa da target a collaboratore. C'è dialogo tra azienda e consumatori,tra persone che si rispettano ed hanno interessi comuni. Questi gruppi di consumatori uniti dalla passione per una marca si definiscono tribù. Le tribù non sono individui omogenei. Non si deve appartenere alla stessa fascia sociale, o avere la stessa età per comporre una tribù. necessario è avere in comune la stessa passione. E' forte il desiderio di comunità. Nella società post-moderna questa è una forte caratteristica. La marca diventa luogo d’aggregazione, diventa territorio della tribù.

domenica 3 giugno 2012

Marketing del turismo.


L’Organizzazione Mondiale del Turismo prevede per il 2020 un raddoppio dei volumi degli arrivi rispetto al 2000, passando da circa 800 milioni a oltre 1.600 milioni. E’prevedibile una forte concorrenza tra i paesi meta di questi flussi, fra i quali compare tradizionalmente l’Italia, che nel 1970 era nel mondo il primo per numero di arrivi di stranieri, è scivolato al quarto posto, superato da Francia, Spagna, Usa. E ora è insidiato anche dalla Cina (che nel 2005 ha raggiunto l’Italia e oggi si appresta a superarla). Nel 2003 gli arrivi degli stranieri sono calati del 4,6% e le previsioni per il futuro non sono ottimistiche. Il turismo italiano soffre di una crisi di sistema. Per vincere queste sfide è necessario dotarsi di strumenti capaci di affrontarle adeguatamente.
Tra tutti il più efficace ed indispensabile è il Marketing Turistico che è l’applicazione dei principi e delle tecniche del marketing generale al settore specifico del turismo, pertanto interessa sia coloro che si occupano del marketing territoriale sia quelli che vogliono impegnarsi nella gestione delle aziende turistiche (marketing di prodotto e servizio), il cui management, la cui organizzazione e i cui processi di valorizzazione del personale vanno appunto sempre di più improntati e ispirati alle concezioni e alle esigenze del marketing in generale.
Una prospettiva sicuramente interessante è quella del turismo sostenibile, cioè la presenza di strutture e servizi turistici realizzati in modo tale da non distruggere o penalizzare il panorama, il mare e l'ambiente. Il turismo sostenibile privilegia l'alloggio dei villeggianti nell'entroterra (ad almeno due chilometri dal mare) lasciando intatta la costa allo stato naturale. I villeggianti possono raggiungere il mare mediante servizi di navetta, in bus oppure in bicicletta, e godersi il mare immersi nella natura, senza opere in cemento nelle vicinanze e senza l’eccessiva presenza degli stabilimenti. Anche i modelli di maggiore successo, come quello della Riviera Romagnola, cominciano ad apparire in crisi. Oggi il turismo deve essere in grado di soddisfare i bisogni caratteristici del nuovo secolo: bisogni di identità sociale e di autorealizzazione. Per questo motivo si cerca sempre di più il viaggio su misura. Le statistiche danno in diminuzione l'afflusso nei villaggi turistici (anche se nei paesi in via di sviluppo riguarda ancora l'80% delle presenze), mentre cresce il viaggio itinerante, al di fuori delle piste più battute, spesso con una forte valorizzazione del protagonismo del viaggiatore e anche delle bellezze ecologiche da visitare. Il segmento di offerta turistica che ha registrato i più alti indici di crescita negli ultimi anni è quello dell’ecoturismo, unitamente al segmento del turismo culturale.
Sta crescendo il turismo di prossimità legato a destinazioni non troppo lontane; forte è la tendenza a ricercare nella vacanza sensazioni diverse che combinino in vario modo il desiderio di evasione, di tranquillità e di scoperta delle tradizioni locali, fra cui anche quelle enogastronomiche; marcata è poi la tendenza al progressivo frazionamento delle vacanze in soggiorni di sempre più breve durata ma ripetuti nel corso dell’anno, unitamente alla diversificazione delle vacanze stesse e alla crescente attenzione verso servizi e prestazioni equilibrati quanto a qualità e prezzo.

domenica 5 febbraio 2012

C'e bisogno di una "Soft Economy"

Leggi il post ed ascolta buona musica: Pink Floyd-Coming back to life(clicca qui ed apri altra scheda)
E' il titolo del libro scritto a due mani da Realacci e Cianciullo nel quale gli autori parlano di aziende italiane che hanno fatto del territorio e del capitale umano i loro punti di forza. Sono aziende che hanno posto il rispetto dell'ambiente e dell'uomo al centro dei loro commerci, infatti non sceglieranno mai di delocalizzare le loro produzioni per andare a sfruttare lavoratori di altri paesi. Sono questi valori che danno senso e forma a ciò che producono.
Arnaldo Caprai l'imprenditore agricolo che ha riportato il vino Sagrantino ai massimi livelli nel mercato enologico. Ha ottenuto questo brillante risultato nel pieno rispetto del territorio e di chi ha lavorato con lui in tutti questi anni. La comunicazione aziendale è ecofrendly.
Altrettanto hanno fatto a Donnafugata, altra storica e celebre casa vitivinicola siciliana che produce energia solare e vendemmia di notte per conservare meglio gli aromi del vino.
Altro esempio è quello di Brunello Cucinelli chiamato amichevolmente il re del chachemire che mette la bellezza al primo posto tra i valori a cui s'ispira la sua azienda. Con i guadagni delle sue attività ha recuperato il borgo antico di Solomeo, distinguendo il bello dall'utile.
Il maestro Kotler, parlando del Marketing 3.0, afferma che il consumatore fa le sue scelte ponendo la giusta attenzione a tutto ciò che è sociale. Certamente il Marketing Mediterraneo appartiene al Marketing 3.0 e si rivolge alle aziende di stampo umanistico.

martedì 3 gennaio 2012

LUDUM

Leggi il post ed ascolta buona musica: deep purple & led zeppelin & eric clapton & london shymphony orchestra - smoke on the water(clicca qui ed apri altra scheda)
Nasce a Milano la prima “impresa di formazione” basata sul management e sul marketing mediterraneo. Ludum è un progetto imprenditoriale nell’area dell’educazione e della formazione con l’ambizione di avere come target di riferimento persone da 0 a 99 anni. In questa logica intende superare le strutture codificate (nido, asilo, scuola elementare,etc.) per essere un innovativo polo di cultura mediterranea. I due aspetti complementari importanti sono essenzialmentee due: la sua impostazione pedagogico-culturale incentrata sia sul bilinguismo (italiano-inglese utilizzato dalle educatrici secondo la loro lingua madre) e dal progetto culturale che ruota attorno ai valori della mediterraneità, ossia naturalità, accoglienza, convivialità, senso del racconto, espressine del corpo e “lentezza”, ossia “pensare a piedi” non con i piedi, in concreto rispettare ed accompagnare la crescita, le scoperte, le domande, il gioco, l’incontro, dei bambini e bambine. Sono riusciti a sposare gli obiettivi economici con la filosofia di management mediterraneo, creando consapevolezza e convergenza tra tutti gli operatori che intervengono nell’impresa di formazione, dai soci, alle educatrici, agli istruttori di nuoto, agli addetti alla logistica, al marketing e promozione, all’organizzazione, alle cuoche (dato che Ludum cucina internamente i pasti, valorizzando la naturalità e la stagionalità dei cibi). Per questo viene data priorità alla formazione dei diversi addetti non solo sugli aspetti gestionali, ma soprattutto sulle nuove tecnologie, sull’innovazione, sulla cultura d’impresa, sulla necessaria coerenza tra valori e comportamenti.