domenica 5 giugno 2011

De Andrè ed il marketing post-moderno

Seguo con interesse i blog che parlano di marketing, e naturalmente con maggior interesse quelli di marketing mediterraneo. Tra i pochi blog che trattano di questo particolare ed interessante argomento, vi è quello de "Il Riccio" che spesso offre interessanti spunti di riflessione. Favorevolmente mi ha colpito questo post dal titolo "Uomo dell'anno, che v'invito a leggere perchè è ben fatto.
"Seguivo la commemorazione del grande Fabrizio quando il regista Olmi sottolineò quale fosse, in vero la caratteristica più importante del cantautore sardogenovese: l’autenticità As nau nudda... Lì mi son commosso. Parlare di de Andrè e marketing è contradditorio, laicamente blasfemo. Ma non col marketing attuale, che ci stimola a comprendere l’immateriale, la narrazione la poesia. E lì FABER ci avrebbe potuto dare una grossa mano. Egli non ha mai fatto marketing: le sue canzoni sono noiose, TRISTISSIME, piene di parole e di CONCETTI che solo i più colti sanno cogliere. Ma sono bellissime. Ha sempre seguito il proprio istinto, non certo la soddisfazione del consumatore. Le canzoni, bellissime lo sono state grazie alla lentezza, alla gradualità con la quale se ne apprezzano i DETTAGLI, le sfumature, le perle. Questa lentezza la rende musica classica, perché dei classici sono divenute: tra cent’anni si ascolteranno ancora. L’autenticità è lenta, lenta. L’autenticità è la caratteristica che oggi rappresenta, a parer diffuso, il più importante valore aggiunto, e che costituisce la principale DIFFERENZA tra un prodotto vero ed un altro simile. Essa, l’autenticità, è valore solo immateriale che, secondo il principale teorico dell’argomento, BERNARD COVA, è l’elemento intorno al quale si creano le comunità. Nasce il tribalismo che, come più volte ribadito, non si riferisce alle tribù ancestrali ma a quei gruppi di appassionati di un “prodotto” che lo usano, poi parlano del prodotto stesso, lo adattano, lo modificano, ne producono di nuovi. Eccola, la co-creazione, che si sviluppa anche per prodotti concreti e non solo coi social network. Chi non ha mai ricantato a suo modo le canzoni di FdA? Non tutti, naturale. Una tribù è di nicchia, è esclusiva. Ex-clusiva, che chiude fuori, che non ammette chi non condivide le sue regole. E Faber, come ogni buon Anarchico, le sue regole le aveva. Eccolo il marketing che mi piace, che mi appassiona. Crea prodotti che poi gli altri adattano ai loro bisogni, desideri, capricci. Ai diversi momenti d’uso, oppure a seconda della compagnia con cui si sta. Condividere il prodotto, non esserne proprietario ma solo utilizzatore, goditore. Far appassionare ad un prodotto, anche semplice ma mai banale. Quel marketing che genera prodotti che provocano reazioni, CONVERSAZIONI, che non vengono presi in maniera passiva, inculcati, ma, attivamente, utilizzati come spunti creativi per crearne di nuovi di unici."

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